Archive for the villani Category

Lo Zio Tibia? No, Gelli.

Posted in aggressioni, autocompiacimento collettivo, berlusconi, casi umani, chiesa, immondizia, incresciosi animali purulenti, informazione, italia, Italia di Mezzo, italietta, lecca lecca sporchi, oscurantismo, politica, Polonia Papa fascismo repressioni, teste di cazzo, villani on 3 novembre 2008 by Alessandro Calasanzio
Licio Gelli, colui che ha programmato il malware nanoide?

Licio Gelli, colui che ha programmato il malware nanoide?

Se non avete nulla di meglio da fare stasera, oggi vi consiglio di accendere la TV. Da oggi parte un ciclo di thriller agghiaccianti che nemmeno ai tempi dello Zio Tibia. La rete: Odeon TV, in seconda serata (ore 22.30) Il titolo: Venerabile Italia. Conduce: Licio Gelli.

Un uomo, Gelli, su cui si fa fatica a parlare in Italia. Infatti, pochi sanno per intero la storia di Gelli, che, per intenderci è la storia dell’Italia peggiore; stragi, violenze, complotti segreti. Non mi va di riassumerla, troppo lunga. Vi rimando al link di Wikipedia (quella inglese, perchè quella italiana dice ben poco…occhio ai nomi!). Mi preme però fare una considerazione, o meglio, unirmi al coro (o meglio, al massimo un quartetto da camera) degli indignati.

La mossa è stata etichettata come commerciale, o di pessimo gusto. No, è una scelta attenta invece, da parte della stessa rete che ci fornisce un altro capolavoro della mente umana quale Pensieri & Bamba (com Vittorio Feltri). Ad ogni modo non impensierirebbe più di tanto un’idea così folle, non fosse che sia stata fatta apposta e non come una provocazione, quanto piuttosto per dare ai telespettatori un giudizio della Storia da un’altra angolatura. Quella di 90 gradi? No, quella di Gelli. Nessuno si è comunque più di tanto incazzato di fronte a scelte così stupide. Concordo però con Gelli. Questa democrazia è malata. Ma la cura, lurido stronzo, è proprio l’estinzione totale della vostra razza, fatta di tramaccioni, peracottari, inciucioni e assassini prezzolati. Aggiungerei, di stampo internazionale.

Ad ogni modo, se negli Stati Uniti, con Obama, l’America potrebbe votare nero, in Italia abbiamo precorso i tempi. L’abbiamo fatto infatti due volte.

(A proposito, Obama perderà, ci metto la firma. Conosco troppo bene gli States e la loro meravigliosa società di merda per sbagliarmi.)

L’ingenuo ingegnere e l’ingegnosa imbecillità sfinterica

Posted in basta con i tag stupidi, incresciosi animali purulenti, ingegneri, teste di cazzo, villani on 26 luglio 2007 by Alessandro Calasanzio

Ingegnere tenta di arginare con mezzi propri il mare. Photo from Flickr

Cazzo era da tempo immane che non scrivevo. Mi scuso. Sarà un po’ perchè ho molto da fare. O forse no. Forse ho solo trovato uno dei miei tanti lavoretti inutili. Questa volta è il turno di ingegneria. 150orista al DEI, 1200 euro circa. Al mese? No. Circa e basta. Orario? Inutile. Dalla mattina alla sera. In orario in cui gli uffici sono aperti. Quindi se devo sbrigare altre cose, ciccia (E credetemi, ne avrei).
Il luogo, come dicevo, è il DEI-DIE, il dipartimento di ingegneria Elettronica e dell’Informazione. Lavoro nella biblioteca. Sì, perchè un ingegnere, quando non naviga per i siti porno e non ricava federicalamanoamica da un tostapane, può andare in biblioteca e leggere un po’. Ma un ingegnere non legge. Un ingegnere al massimo compita. Arrivano qui che di solito sono già laureandi. E devono scrivere la tesi. E non si capiscono. Devono consultare dei libri.
“E come funziona?”
“Vedi, tua mamma e tua padre quando si sono davvero piaciuti…Ma sto divagando. Come vuoi che funzioni? Cerchi sull’OPAC e guarda se trovi un libro che ti interessa. Poi vieni qui con la tua bella collocazione e noi, con soave leggiadria te lo tiriamo fuori.”
“Ah, poffarre!”
Sì perchè un ingegnere medio usa esclamazioni come poffarre, poffarbacco, perdindirindina, e topolinate di siffatto genere. Nessun porco dito, nessun Crrrrrrrrrrrrrristo, nessun e che cazzo. Niente.
“Però mi sovviene che non conosco precisamente il titolo del libro che starei cercando.”
“Beh, la ricerca la puoi fare anche per autore.”
“Beh, nemmeno l’autore.”
“Bene, ritorniamo alla vicenda di tua madre e tuo padre…vedi…”
Certe volte vorrei agitar loro un cetriolo e gridare “lo vedi questo?lo vedi?”
Cioè dico io, per lo meno alle elementari, alle medie e financo alle superiori in una biblioteca sarai capitato. Perlomeno per cuccare, come fanno gli sfigatelli e i figli di papà. Saprai che per sapere cosa cerchi, almeno grossomodo dovrai consultare un catalogo! No.
Di solito arrivano in cinque, di colpo. Ognuno è un caso umano.
“Vorrei rinnovare questo libro.”
“Quando scadeva?”
“Dieci giorni fa.”
“E allora come potrei rinnovartelo io?”
“Beh pensavo…”
No.
Tu non pensi. Tu detieni solo la conoscenza delle caratteristiche di tensione di un tostapane.
Avanti un altro.
“Si può prenotare un libro?”
“E’ in prestito?”
“No è disponibile, ma sa parto per un viaggio e vorrei trovarlo quando torno?”
E poi?vuoi anche il buono omaggio, il tappeto rosso e le campane che suonano a festa? Non sei il centesimo, il millesimo, e nemmeno il miliardesimo cliente. E non vali neanche le suddette quantità.
“Come dicevo, tua madre e tua padre si conobbero…”
Non ne posso più. Avessero un po’ di cervello.
E poi ci sono i prof. Geeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeesù!
Libri in prestito da decenni. Financo vocabolari. Poi regolarmente li smarriscono. Tra le mani ho la scheda di un libro preso in prestito nel 91, da un prof. Sotto sta scritto a caratteri cubitali DECEDUTO. Come se il mondo dei morti, testa di cazzo, tui salvi da una semplice restituzione che avresti potuto fare prima, caro mio. E non osare farcelo tornare sotto forma di fondo o donazione.
Giorni fa si è presentato un tipo che mi fa.
“Ma non prendono troppo sole questi libri? Si potrebbe spostarli da qualche altra parte.”
Caro mio, se è una proposta, non va. Il tuo buco di culo non basterebbe a contenerli.
Per fortuna qualcuno si salva, è gentile e sa già come funziona una biblioteca…ma sono pochi. Troppo pochi.
Adesso quando qualcuno sbercia parlando di crescita scientifica, economica, competitività a partire dalle università, ricerca e progresso, capisco di cosa sta parlando.
Di un tostapane. Un tostapane ancora caldo, chiamato Federica.